strumenti e materiali

Per coloro che si avvicinano alla calligrafia per la prima volta.
Per quanti hanno dubbi e domande sui migliori materiali da usare.

1. MATERIALI DI BASE

blocco e strumenti 72

Blocco di carta: per i principianti raccomandiamo un blocco di carta da lay-out con superficie liscia, che fa scorrere bene il pennino ma nello stesso tempo trattiene ottimamente l’inchiostro (senza spandere). Esistono altri blocchi di carta da schizzo color avorio ruvida che sono però meno lisci e quindi meno scorrevoli per il pennino. Lo scarso spessore della carta da layout permette eventualmente di utilizzare delle linee guida da tenere sotto al foglio, tuttavia quest’abitudine non è mai consigliabile perché non permette di controllare bene l’altezza delle lettere. Con questo tipo di carta si scrive solo sul lato frontale, quindi attenzione a non girare i fogli se li separate dal blocco, perché sul retro la carta spande. Consigliamo l’acquisto di un blocco A3.
Forbici e bisturi: possono servire per fare un lay-out (un bozzetto).
Matita: appuntita e con punta dura, serve per tracciare le linee guida. Una matita di legno, più morbida, può servire per tracciare le forme scheletriche delle lettere, cioè la struttura della lettera stessa; si tratta di un esercizio utile per familiarizzarsi con queste forme prima di cimentarsi con la penna larga.
Cannuccia: una o più cannucce (non a sezione triangolare) servono per tenere il pennino.
Balaustrino
: un piccolo compasso con le punte alle due estremità; serve a segnare l’altezza dell’occhio delle lettere (escluse ascendenti e discendenti). È molto più preciso del righello.
Gomma: il suo utilizzo è evidente (soprattutto agli ultimi della classe)..
Riga e squadra: (lunga almeno 50 cm): per tracciare le righe orizzontali su cui scrivere. Fondamentale! Non si inizia a scrivere se prima non si è rigato tutto un foglio.
Nastro adesivo di carta: meglio se del tipo riposizionabile, serve sempre per mille usi.

2. LA SERIE DEI PENNINI MITCHELL

imm. 2 e 3

Pennini metallici a punta larga, si utilizzano per la maggior parte delle scritture formali; la punta larga, a seconda dell’angolo di scrittura e della direzione del tratto, permette di tracciare segni di spessori diversi. Esistono in diverse misure, da 0 (il più grande) a 6 (il più piccolo), comprensivi anche di mezze misure.
Con la larghezza della punta si determinano i gradi calligrafici, che servono a definire le proporzioni tra le varie parti delle lettere – corpo, ascendenti, discendenti, maiuscole e minuscole.
Questi pennini vanno utilizzati con un serbatoio che serve ad avere una riserva di inchiostro tale da poter tracciare più lettere senza dover riempire il pennino troppo spesso; il serbatoio va montato sotto al pennino. Sui pennini molto piccoli (dal 4 al 6) non è necessario montare il serbatoio.
Prima dell’uso i pennini vanno bruciati sulla fiamma di un accendino, sia di sopra che di sotto, finché la lacca protettiva che li ricopre non evapora. Quest’operazione non è necessaria per i serbatoi.

3. PENNINO MITCHELL NORMALE E PER MANCINI
(a destra nella foto)
I mancini necessitano di pennini speciali, con il taglio della punta obliquo a sinistra, per facilitarli nella nuova posizione che devono assumere per scrivere. Infatti per loro, oltre al problema di sporcarsi con l’inchiostro fresco, esiste la difficoltà di tenere l’angolo giusto per la scrittura. Per far questo devono ruotare il polso in fuori. Con questo pennino possono in parte ovviare alla posizione scomoda del polso. I principianti spesso commettono l’errore di tenere un angolo opposto all’angolo usato dai destrimani, cioè invece che scrivere con un angolo inclinato dal basso a sinistra all’alto a destra, fanno il contrario. Questo è uno sbaglio che viene subito rimediato grazie alla presenza dell’insegnante. Naturalmente il serbatoio è lo stesso sui due tipi di pennini.

4. LA SERIE DEI PENNINI BRAUSE

imm. 4 e 5

Questi pennini hanno ugualmente la punta larga, ma tagliata leggermente in obliquo verso destra. Questo facilita molto la tenuta dell’angolo, in particolare nella scrittura del’onciale. Molti calligrafi preferiscono i Brause ai Mitchell perché li trovano più scorrevoli. Questo è sicuramente vero, infatti sono meno taglienti dei Mitchell, ma in compenso sono meno flessibili. Una caratteristica dei pennini Brause è il serbatoio montato al di sopra. Non si devono “bruciare”.

5. LA SERIE DEI PENNINI SPEEDBALL

Anche questi pennini a punta larga sono tagliati obliquamente, rispettivamente verso destra per i destrimani e verso sinistra per i mancini. La punta presenta tre piccoli tagli per una maggior flessibilità e il serbatoio è montato sulla parte superiore. Di questi pennini esistono solo tre misure, la più piccola (C-2) misura circa 3 mm. La misura più grande (C-0) – equivalente a ca. 5 mm – è molto utile per scrivere in un corpo molto grosso con estrema finezza nei dettagli. La gamma dei pennini per mancini è la LC-0, LC-1, LC- 2.
Aneddoto curioso: “Speedball” è anche il nome di una droga allucinogena. Anche questi non si devono “bruciare”.

6 e 7. PENNINI A PUNTA

imm. 6 e 7

I pennini a punta flessibile, disponibili in diverse forme decorative e di diverse marche, servono per scrivere il corsivo inglese (copperplate); la loro particolarità è che lo spessore del tratto varia a seconda della pressione esercitata: è più spesso premendo maggiormente (come nei tratti discendenti) e più sottile diminuendo la pressione (come nei tratti ascendenti). Esiste un tipo “a gomito” (in inglese “elbow pen”), che si presenta con la punta fuori asse rispetto al corpo. La sua forma speciale aiuta a tenere la forte inclinazione tipica del corsivo inglese. I pennini a punta non hanno bisogno di serbatoio e non devono essere bruciati prima dell’uso. Sembra che basti solo una semplice leccata (chiedere maggiori informazioni a James Clough).

8. PENNINI REDIS

imm. 8 e 9

La caratteristica punta tonda di questi pennini serve ad ottenere un tratto di uguale spessore, con terminazione tonda; il pallino deve essere tenuto parallelamente al foglio, in contatto completo con la carta; il serbatoio è montato sulla parte superiore. È possibile anche manipolare il pennino, per esempio tenerlo su un fianco, per ottenere variazioni interessanti di tratto. Esistono diverse misure. Questo pennino non è indicato per scritture storiche (salvo per la cancelleresca se si desidera reinterpretarla); si usa soprattutto per scritture informali. Molto usato nella calligrafia commerciale (titoli, scritte, headlines).

9. PENNINI A PUNTA QUADRATA RIPIEGATA

Anche questi pennini servono a tracciare tratti di spessore costante, ma la terminazione dei tratti in questo caso è quadrata. Come per i pennini Redis, per ottenere un tratto pieno e omogeneo la punta va tenuta in completo contatto con il foglio, a meno che non si ricerchino effetti particolari. Per questi due ultimi tipi di pennino, ovviamente, decade il discorso dell’angolo di scrittura. Vale piuttosto un discorso individuale per cui ognuno individua una comoda posizione di scrittura. La scrittura cancelleresca è l’unica scrittura tradizionale che si presta bene alla scrittura con questo pennino.

10. CANNUCCE, INCHIOSTRI E COLORI

imm. 10

(Partendo dalle cannucce e girando in senso orario)
Le cannucce portapennino esistono in diverse forme, ma è consigliato utilizzare quelle a sezione tonda, che permettono una migliore presa e manipolazione dello strumento. Esistono anche cannucce a gomito con l’attacco per il pennino posto esternamente e fuori asse rispetto alla cannuccia; sono adatte a scrivere il corsivo inglese e vanno usate con i pennini a punta flessibile. I principianti devono ricordarsi di non usare queste cannucce con i pennini a gomito: o l’uno o l’altro.
Come tempere consigliamo quelle di buona qualità (Winsor & Newton o Schminke), per la migliore consistenza del pigmento, che ne permette l’uso ottimale con il pennino. Le tempere mediocri contengono troppa colla e non scorrono bene con il pennino. Il colore deve essere comunque diluito con l’acqua fino ad ottenere una consistenza lievemente più densa di quella dell’inchiostro. La caratteristica delle tempere è di durare nel tempo poiché il pigmento non può svanire. Usando le tempere l’obiettivo è di ottenere dei colori di scrittura opachi e coprenti. Non tutti i colori risultano tuttavia coprenti e facili all’uso. Consigliamo, oltre al nero, le terre, i rossi, i blu scuri. I verdi sono molto più difficili.
Come per le tempere, l’alta qualità degli acquerelli premia il risultato; la diluizione con l’acqua varia a seconda dell’intensità di colore che si vuole ottenere ma sicuramente gli acquerelli si usano più liquidi delle tempere (come un inchiostro da stilografica), per giocare sugli effetti di trasparenza. Come queste ultime sono perenni nel tempo.
Il mallo di noce è un bell’inchiostro marrone ottenuto polverizzando il mallo di noce. Lo si conserva in questo stato dentro ad un barattolino e si prepara di tanto in tanto aggiungendo progressivamente dell’acqua ad un cucchiaino di polvere fino a raggiungere l’intensità desiderata. Sono possibili tante sfumature di marrone. In commercio viene chiamato mordente noce e probabilmente ora è un prodotto di sintesi.
La pietra per affilare è presa in prestito da chi usa i coltelli. Ai calligrafi serve ad affilare di tanto in tanto i pennini. Con una levigatura sapiente e molto delicata si migliora la qualità del tratto.
La sandracca (contenuta nel sacchettino annodato) è una polvere ottenuta da una resina, si utilizza contenuta in un piccolo pezzo di seta. Tamponando il foglio viene rilasciato attraverso i fori del tessuto un sottile strato di polvere che serve a rendere la carta più impermeabile. Ciò serve ad evitare che l’inchiostro spanda. Indicata sulle carte poco incollate che spandono e per scrivere sui fondi acquerellati o colorati con altri colori.
Inchiostro cinese: è praticamente l’inchiostro migliore, ha la forma solida di un bastoncino da stemperare con l’acqua distillata. Se ne prepara soltanto quel tanto che serve al momento. Si tratta di un bastoncino di nerofumo, tenuto insieme da un collante, ottenuto bruciando vari tipi di legno. È l’inchiostro di miglior qualità, permette una finezza di tratto incredibile. È permanente, non scolora.
Inchiostro per stilografica: economico e pratico, è adatto per esercitarsi; data la sua composizione acida corrode la carta e ha una scarsa resistenza alla luce. Non va usato nella realizzazione di lavori definitivi. Raccomandiamo l’uso dell’ inchiostro Parker “Quink” in abbinamento al blocco Letraset mostrato nell’immagine iniziale. Per esercitarsi, l’inchiostro deve essere rigorosamente nero. Gli inchiostri colorati hanno una densità diversa: sono troppo fluidi.

11. AUTOMATIC PENS

imm. 11 e 12

Rientrano nella categoria degli strumenti di scrittura a punta larga; permettono di avere un tratto molto largo, che non è possibile ottenere con il pennino Mitchell o Brause. La penna è formata da due lamelle metalliche che si incontrano in punta, l’inchiostro viene trattenuto nello spazio fra le due lamine. Una di queste presenta dei piccoli taglietti a pettine, ma si può scrivere indifferentemente con questa rivolta verso l’alto o verso il basso.
Si tratta di uno strumento eccellente e versatile sia per scritture formali che sperimentali; si può usare anche di spigolo senza appoggiare tutta la superficie. Altro punto a favore: tutti gli inchiostri sono adatti perché scorrono bene con questa penna.

12. AUTOMATIC PENS DENTATE

Come il tipo di prima, ma le due lamelle terminano con una serie di piccole punte dentate; di conseguenza il tratto non sarà pieno, ma formato da righe parallele. Si utilizzano per ottenere effetti particolari, non per le scritture formali.

13. ALTRI STRUMENTI TRADIZIONALI E NON

imm. 13 copia

(da sinistra a destra)
Penna d’oca: lo strumento “principe”per i calligrafi, va preparata seguendo un metodo piuttosto complesso, che termina con il taglio della punta quadrata. La penna deve essere essiccata o fatta invecchiare fino a diventare dura.
Calamo di bambù (nella foto visto da sotto e da sopra), tagliato in modo da ottenere una punta larga, è uno dei più antichi strumenti di scrittura (il qalam arabo); per un migliore utilizzo è consigliabile inserire sotto alla punta un piccolo serbatoio, facilmente costruibile utilizzando un piccolo pezzo di metallo (lattina delle bibite).
Bastoncini: semplicemente tagliando del legno di balsa si possono creare delle “punte larghe” da utilizzare per esercitarsi.
Tiralinee (normale e “a cipolla”): è uno strumento nato per il disegno tecnico, viene utilizzato dai calligrafi per realizzare scritture informali, tracciate con tratti molto veloci; il segno è irregolare, “sporco”, spesso sono presenti caratteristiche macchie causate dagli spruzzi d’inchiostro.
Folded pen: una penna (prodotta negli Stati Uniti) realizzata con una lamina di ottone ripiegata. Serve per scritture informali ma dal tratto tuttavia abbastanza regolare.
Cola pen: si costruisce tagliando una lattina nella caratteristica forma “a vela” e fissandola ad un bastoncino con il nastro adesivo. Come il tiralinee dà un tratto irregolare e sporco, con abbondanza di macchie e spruzzi, causati soprattutto dall’attrito della punta con la carta.
Pennello a punta tonda: difficilmente governabile per scrivere, ma dalle molteplici possibilità espressive, adatto per scritture informali o per il corsivo inglese. Indispensabile per la scrittura degli ideogrammi cinesi.
Pennello piatto: si può usare per tracciare tutte le scritture che richiedono la punta larga; si utilizza con colori a tempera o acrilici; particolarmente adatto se si vuole scrivere su stoffa. La punta deve essere di nylon (sintetica) o di martora ma non di setola.
Pennarelli: i pennarelli a punta e a punta larga servono per esercitarsi nelle scritture che richiedono i diversi tipi di tratto o per preparare il layout di un lavoro; non possono essere utilizzati per realizzare esecutivi perché il colore non è resistente alla luce.
Stilografiche (nella foto un’Art Pen e una Parallel Pen): come i pennarelli, le stilografiche a punta larga servono ad esercitarsi e a fare delle prove di scrittura per studiare l’impaginazione.
Possono essere anche utili nella scrittura quotidiana, per la scrittura (veloce) di indirizzi su buste e la compilazione di inviti. Oramai sono diversi i produttori di stilografiche a punta larga; si raccomandano Art Pen (Rotring), Reform, Plumix (Pilot), Script (Pelikan). La Parallel Pen (Pilot) presenta un pennino particolare, formato da due lamelle sovrapposte. Tutte queste penne sono disponibili in diverse misure. Sono utilizzate con inchiostro in cartucce o caricabili con sistema a stantuffo.

Testo di Francesca Biasetton e Anna Ronchi